MA QUANTO COSTANO LE BANANE A MIAMI?








MA QUANTO COSTANO LE BANANE A PALERMO OH?, ANZI A MIAMI…

di MValenza

Immaginiamoci Dante, il personaggio interpretato da Benigni, che si trovi a passeggiare tra gli stand di Art Basel di Miami Beach e che, tra un Hirst e un Koons, si imbatta nell’ultima pensata di Cattelan: Comedian, opera dubbia fin dal titolo che vede una banana reale appiccicata con un pezzo di nastro adesivo sulla parete. Credo che Dante da prima dubbioso, magari incuriosito si avvicinerebbe ” all’opera”, e con goffa scioltezza, tenti di rubare quella banana. Dieci secondi dopo: allarme a tutto spiano, gallerista disperato, l’opera d’arte del secolo (ironico) andare in frantumi e Dante a terra bloccato dalla sicurezza che farfugliando si chiede: “ohhh ma quante storie per una banana?” Peccato che la(signora) banana in questione presenti il costo (assurdo) di 120 mila dollari e che sia l’ultima opera di una degli artisti più provocatori (paraculo) esistenti. Si perché tra tutte le opere di Cattelan, dal Cesso d’oro alla Nona Ora fino ad arrivare all’annuncio dal suo ritiro dal mondo dell’arte (anche questa la considero un’opera d’arte) questa, Comedian, è da considerare la trovata più scontata, priva di contenuto e prevedibile che ci si potesse aspettare da uno come lui. Cosa vuol dire infatti l’opera? Un beato nulla, perché ad oggi la critica ufficiale ha provato soltanto a montare la solita retorica, piena di paroloni vuoti, per andare a spigare (che cacchio spieghi?) un’opera che in realtà, come tante nel panorama artistico contemporaneo, sono solo fuffa e nulla più. Commedian non critica nessuno, non incarna nessun pensiero e soprattutto non suscita, cosa che dovrebbe fare qualunque forma d’arte, nessuna emozione, al massimo risulta sensibile allo stomaco suscitando un leggero languorino. Infatti io non credo alle dichiarazioni del gallerista che vorrebbero far credere che Cattelan, fissato come Dante per le banane, si sia portato nei suoi viaggi per un anno intero il prezioso frutto e che, ogni volta, l’avrebbe attaccato alla parete dell’albergo di turno cercando ispirazione. Impossibile. Ce lo vedete l’artista, muoversi tra musei, incontri e conferenze con la sua preziosa banana in mano e magari disperarsi melanconicamente quando il frutto, dopo tre giorni, iniziava a marcire e doveva essere cambiato? Dai su, ok esaltare l’artista che con scanzonata allegria ha preso per il culo il mondo dell’arte e noi tutti, ma cosi mi pare che la si stia facendo di fuori. Perché fino a quando è un’opera come la nona ora o il cesso d’oro ci sta, ma quando, grazie a la pensiero dell’artista (quale?), una banana viene elevata da 0,30 cent a 120 mila dollari mi viene da dare retta a Dante ed esclamare: ohhhh ma quanto costano le banane a Palermo, anzi a Miami?


di MValenza 2020




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