IL GIOCO DELL' INGANNO






 IL GIOCO DELL' INGANNO

di MValenza


Chi di noi in queste giornate lente e poco emozionanti, per riempire il tempo e farsi due risate, almeno una volta non si è soffermato a vedere un video comico. E tra questi, troviamo l’intramontabile sketch dell’inganno della cadrėga tratto dal film “Tre uomini e una gamba” di Aldo Giovanni e Giacomo. L’inganno dei transivani leghisti, Gino (Giovanni) e Michele (Giacomo), escogitato per assicurare la provenienza del Signor Fumagalli (Aldo), consisteva nell’offrire al presunto visitatore una cadréga (sedia in dialetto lombardo). Lo sviluppo con tanto di “beddramatre” finale la sappiamo tutti, ma quello che passa in secondo piano eÌ la base dell’inganno concepito. Basato su un gioco dialettico, questo, fa leva sulla comprensione della parola  cadréga,  termine tratto dal dialetto lombardo, e dunque incomprensibile per lo sventurato straniero. Ma ragionandoci, anche la parola sedia eÌ un termine tratto dalla lingua italiana, dunque appare incomprensibile ai non italiani. Insomma, appare chiaro che il termine sedia o cadréga, è una convenzione linguistica escogitata per indicare un oggetto con quattro piedi, una seduta e uno schienale, ma non eÌ l’oggetto in seì. Si crea dunque un corto circuito. Lo stesso che ritroviamo in Ceci n’est pas une pipe, opera celeberrima dell’artista belga Reneì Magritte che raffigura una pipa ben riconoscibile posta al centro del quadro. Sotto la pipa, ad accompagnarla, una frase scritta con una calligrafia da scuola elementare recita: ceci n’est pas une pipe (questa non eÌ una pipa). Ecco che il dubbio sorge: ma come non eÌ una pipa? Certo che lo eÌ, si vede no? Insomma, presenta tutte le parti che compongono una pipa… Ed eÌ qui che ci si sbaglia. Pensandoci bene, cos’eÌ una pipa? Una pipa eÌ un oggetto spesso realizzato in legno, composto da varie parti, che si fuma. Dunque un oggetto che si tocca, si accende e di cui si gusta la funzione. E la pipa dipinta dall’artista si puoÌ fumare? Accendere? O semplicemente maneggiare? Beh, no. E allora eÌ certamente altro; dunque cos’eÌ? Una pipa no di sicuro. Si puoÌ azzardare a dire che eÌ una rappresentazione di una pipa. Infatti, con questa opera l’artista ci ricorda che rappresentazione e oggetto reale non sono la stessa cosa. Ecco che Magritte arriva a creare un rebus, un’azione mentale che altri artisti come Picasso o Kandinskij hanno solo tentato: andare al di laÌ della rappresentazione reale per spiegarci la verità. Ma nell’artista belga nulla eÌ veritaÌ e tutto eÌ mistero. Con un mirabile gioco di destrutturazione dell’immagine, distaccando l’oggetto dalla sua rappresentazione e dal suo utilizzo, l’artista ce lo fa vedere da un’altra prospettiva. Questo ci mette in crisi e ci suscita il dubbio… Ecco che Magritte, attraverso una pittura apparentemente classica, noiosa e autoreferenziale, pone le basi per l’arte concettuale, diventando padrino di tanti giovani artisti. Tra questi troviamo Kosuth, artista americano che si eÌ molto soffermato tra oggetto e sua rappresentazione. Tra le sue opere piuÌ famose, va citata Una e tre sedie, istallazione composta da una sedia, la fotografia di una sedia e la spiegazione riportata da un vocabolario in cui eÌ spiegata in inglese la parola sedia. L’artista, attraverso tre interpretazioni della sedia, ci interroga su quale delle tre incarni di piuÌ il concetto di sedia.
Ed ecco che il cerchio si chiude: Magritte ci ha cambiato angolazione presentandocene altre, Kosuth ci invita a sceglierne una e noi come il Signor Fumagalli rimaniamo, confusi e indecisi se scegliere tra una sedia, una cadreÌga o una pipa.





MarcoValenza2020 


 

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