IL CURRICULUM DI UN GENIO




IL CURRICULUM DI UN GENIO
di MValenza

Come strutturare un curriculum? Quali informazioni mettere (o omettere) affinché quel pezzo di carta che ci presenti risulti il più possibile adatto per il lavoro che ci attende?                                                                            
Si sa, mai come in questi tempi la stesura di un giusto curriculum vitae è fondamentale per trovare lavoro per chi lo cerca. Un vero e proprio scoglio dunque che tutti, o quasi,  prima o poi devono superare. 
Ma tali preoccupazioni toccarono anche a una figura che oggi consideriamo uno dei massimi protagonisti del Rinascimento: uno scultore, pittore, architetto, scienziato e ingegnere militare (e mi fermo per non dilungare). Forse avrete intuito: si sta parlando di Leonardo da Vinci. Certo, può sembrare strano che una personalità così poliedrica possa aver fatto i conti con una cosa comune come la stesura di un curriculum, ma toccò anche al genio toscano scriverne uno. Precisamente siamo nel 1482,  Leonardo trentenne si trova  a Firenze  città dove aveva appreso a bottega da maestro Verrocchio tutto quello che riguardava le pratiche pittoriche e scultoree. Sono gli anni dell’Adorazione dei magi, opera  che l’artista lasciò incompiuta perché partì, come ambasciatore mediceo, verso Milano alla corte di Ludovico il Moro. Ma come presentarsi a uno dei sovrani più potenti della penisola?  Avrete intuito, Leonardo lo fece attraverso una  lettera che può essere considerata come un curriculum ante litteram. Nella  lettera di autopresentazione l’artista  indicò tutte le competenze, e sono davvero tante, che egli metteva ai servigi del duca milanese. Si tratta di uno dei  primi curriculum della storia, ma non di uno qualunque, si tratta del curriculum di un genio. In esso Leonardo, conoscendo le ambizioni espansionistiche di Ludovico, elencò le sue competenze in campo bellico, quali: riuscire a costruire ponti d’assalto,macchine d’assedio, bombarde per far breccia nelle mura avversarie, carri coperti d’assalto, catapulte  e navi da battaglia. Alla fine, come se si trattasse  una capacità di poco conto, affermò che, in tempi di pace,  ad egli potesse essere  richiesto di effettuare dei dipinti con qualsiasi tecnica, di progettare delle architetture private e pubbliche e di realizzare  delle statue tra cui anche la famosa opera equestre, mai realizzata, per celebrare la casata  sforzesca.  Un curriculum che farebbe invidia a chiunque lo legga e che permise a Leonardo di entrare nella corte degli Sforza  da protagonista assoluto. A Milano Leonardo ebbe modo di dimostrare, con qualche intoppo, le sue competenze: realizzò la famosa Ultima Cena, dipinse bellissimi ritratti come quello della Belle Ferroonnière e iniziò senza mai portarlo a complimento, a causa dell’invasione francese, il  monumento equestre  promesso al Moro. Oggi sappiamo che questa lettera-curriculum riassume solo in parte il genio di Leonardo. Essa elenca infatti  le sue competenze ma non la sua inventiva, la sua genialità e il suo essere visionario, per questi aspetti, un foglio di carta non basta, questi aspetti vanno ricercati  nei dipinti, nei disegni e nei progetti ancora oggi meravigliano chi li osserva.



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